lunedì 4 agosto 2014

Recensione *Quando dal cielo cadevano le stelle* di Sofia Domino

Ciao a tutti! 
Dopo qualche giorno di assenza  ritorno con una nuova recensione di un libro molto bello ma al tempo stesso straziante che tratta il doloroso tema dell'Olocausto.
Sto parlando del libro Quando dal cielo cadevano le stelle dell'autrice Sofia Domino.


Quando dal cielo cadevano le stelle di Sofia Domino
Trama:

Lia a tredici anni. È una ragazzina italiana piena di sogni e di allegria con l'unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale. Dallo scoppio delle leggi razziali la sua vita cambia e con la sua famiglia è costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli, a sparire dal mondo. Da quel mondo di cui vuole fare disperatamente parte. Passano gli anni conditi da giornate piene di vicende, di primi amori, di paure e di speranze, come quella più grande, la speranza che presto la guerra finirà. Ma nessuno ha preparato Lia alla rabbia dei nazisti. Il 16 ottobre 1943 la comunità ebraica del ghetto di Roma viene rastrellata dalla Gestapo e i nazisti le ricorderanno che una ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, di sperare, di amare. Di vivere. Lia sarà deportata ad Auschwitz con la sua famiglia e da quel giorno avrà inizio il suo incubo. Terrore, lavoro, malattie, camere a gas, morti. E determinazione. Quella che Lia non vuole abbandonare. Quella determinazione che vorrà usare per gridare al mondo di non dimenticare. Quella determinazione che brillerà nei suoi occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame sarà lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà deportata in altri campi di concentramento. Quella determinazione che le farà amare la vita e che le ricorderà che anche le ragazzine ebree hanno il diritto di sognare. Perchè non esistano mai più le casacche a righe, perchè nessuno sia più costretto a vivere in base a un numero tatuato su un braccio o in base a una stella cucita sulla veste. Perchè dal cielo non cadano più le stelle.


<<Quanto era lontana la libertà? 
Forse non molto ma lei non poteva farne parte.>>


Lia è una ragazzina ebrea. Lei ha la passione per la vita ed è piena di speranze. Riesce sempre a vedere il lato positivo delle cose anche quando queste a volte volgono al peggio. Ma lei sa benissimo che là fuori -fuori dalla cantina in cui è segregata con la sua famiglia- la vita è meravigliosa. Da anni ormai vive lì dentro per sfuggire alle persecuzioni razziali. Ma un giorno lei e la sua famiglia sono costretti ad andarsene, riuscendo a trovare un altro nascondiglio temporaneo. Fino a quando una famiglia cristiana decide di ospitarli nella loro soffitta. Nella soffitta vive già una famiglia di ebrei di cui fa anche parte Hadas, il ragazzino con il quale Lia ha avuto una corrispondenza. I due finalmente, dopo tante lettere scritte, si conosceranno. Ma ben presto le due famiglie sono costrette a cambiare nascondiglio, trovando rifugio in un monastero. Ma le cose si mettono male quando i tedeschi iniziano a sparare per le strade di Roma in cerca degli ebrei. La famiglia di Lia e quella di Hadas verranno scoperte e deportate nel campo di Auschwitz.
Là dove tutti perdono il loro nome, la loro dignità.


<<Certo quella cantina era claustrofobica, da tre anni viveva nel solito posto, ma non si era dimenticata che fuori c'era il mondo e non avrebbe permesso alla guerra di distruggere la sua vita. Oltre la guerra c'era il destino e nel passato, nel presente e nel futuro c'era la vita. E lei voleva disperatamente farne parte.>>

Dovete leggerlo. Fa venire i brividi.
Fa venire i brividi per la sua verità, è un libro straziante. Lia stanca di tutto, non si sentirà mai a casa e avrà gigantesca fame di vita. La guerra non concede nulla. Non concede di vivere davvero.
Le persecuzioni, gli stermini, la fame, i lavori disumani a cui venivano sottoposti gli ebrei, il freddo, le umiliazioni non faranno mai perdere la speranza a Lia. Lei guarderà il cielo ogni volta che penserà di non farcela. E ogni volta che lo guarderà si renderà conto che la vita è bellissima dietro quel filo spinato che la rende schiava. Lia continuerà a sperare nella fine della guerra, nella fine del dolore fino alla fine. Lei vivrà per i suoi cari che non ce l'hanno fatta. E anche se forse Lia non riuscirà a veder finire la guerra, è felice perchè magari qualcun'altro potrà farlo al posto suo.
<<Comunque sono certa di cos'altro vorrò fare dopo la guerra: vorrò vivere>>
Straziante ma davvero molto bello. Un libro per non dimenticare.
4 stelline su 5.

  <<Nonna…>>                                                                                                                                            <<Cosa?>> corrugò la fronte quest’ultima.                                                                                           <<Non credi che le stelle siano fatte per stare in cielo e non sui vestiti?>> le chiese Chalom.